Mi è stato chiesto di scrivere il continuo del mio primo libro: “Prima o poi cresceranno. Come sopravvivere ai figli adolescenti”. In genere le seconde parti, che sia di un film, di un libro o altro, non hanno mai lo stesso effetto della prima originale idea. Ma questa volta a chiedermelo è stata la figlia piccola, che non avendo avuto dedicata neanche mezza riga nel libro precedente, e vorrei vedere aveva appena 10 anni, ha espresso la volontà di averne uno dedicato tutto per lei.
Naturalmente non sarà questo il mio intento. Credo che tutto quello che avevo da dire sull’argomento si sia esaurito nella prima edizione. La buona teoria a grandi linee, e nei punti essenziali, è stata ampiamente dibattuta (ascolto attivo, messaggi in prima persona, problem solving….) rimandando, naturalmente, lo studio approfondito di tali argomenti, a chi fosse interessato, direttamente agli autori, psicologi e professionisti impegnati nel settore.
Quello che certamente non si esaurisce mai è la pratica, la vita sul campo la definirei, le situazioni che ci piombano addosso, spesso, come fulmini a ciel sereno.
Ora che sia stata mia figlia piccola a chiedermi un continuo, non è che ne sia poi così entusiasta, si stia preparando anche lei a darmi battaglia in adolescenza?
Quando si ha una famiglia numerosa, la difficoltà è ritagliarsi spazi di ricarica. Non si ha materialmente il tempo di riprendersi. Se un figlio, momentaneamente, si ‘quieta’ ecco affacciarsi all’orizzonte il successivo in ordine di nascita!
Per questo il “buon materiale” non si esaurisce mai, è la vita stessa che ti da l’opportunità di scrivere il proprio manuale, per riprendere proprio il finale del primo libro.
Intanto quello che ho deciso è di riprendere una certa attività e costanza nell’aggiornare questo blog.
In questo tempo di silenzio ho avuto modo di ‘studiare’, vivere e partecipare al fenomeno Twitter, che ho scoperto affascinarmi e attrarmi (molto più di Facebook).
In questa mia nuova avventura posso già tirare alcune somme, anche se ancora un po’ confuse, quello che so per certo è che ho imparato molto sulla ‘comunicazione’ e da qui la voglia di ricominciare, pianificando perché un’altra cosa imparata è che seguire e far vivere un blog che voglia avere una connotazione di qualità (ci si prova almeno) è un vero e proprio lavoro, non retribuito da nessuno ma anche questo non si può mai dire mai.
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